La Chiesa di San Ferdinando, gioiello monumentale di Napoli nel cuore del centro storico, si erge maestosa in Piazza Trieste e Trento, nota anche come Piazza San Ferdinando. Conosciuta come la "Chiesa degli Artisti" per i suoi funerali di personaggi illustri da Sergio Bruni a Roberto Murolo, la sua storia e le opere d'arte barocche che custodisce la rendono un luogo unico.
La sua posizione vicino a Piazza del Plebiscito e al Teatro San Carlo la rende non solo un luogo di culto, ma anche un punto di riferimento nel panorama culturale e artistico di Napoli.
All’interno della Chiesa è possibile osservare una grande opera di artigianato, fatto realizzare dal rettore della Chiesa, Lino Silvestri, il presepe degli artisti.
Un presepe raffigurante la Napoli del 700 dove è possibile identificare la stessa facciata della chiesa, il palazzo del prefetto, il Caffè Gambrinus, il Palazzo Reale e il Ponte di Chiaia.
Fra i tanti pastori artigianali molti di questi hanno le sembianze proprio degli artisti la cui ultima funzione è avvenuta nella Chiesa di San Ferdinando come Aurelio Fierro, Nino Taranto, Enzo Cannvale, Sergio Bruni, Puppella Maggio, Nunzio Gallo e altri.
L'interno della chiesa è un tripudio di affreschi barocchi eseguiti da Paolo De Matteis alla fine del Seicento. Questo vasto ciclo di dipinti costituisce uno dei lavori più significativi del pittore, celebrando la maestria artistica dell'epoca. La chiesa, originariamente dedicata a san Francesco Saverio, deve la sua forma attuale all'architetto Cosimo Fanzago, il cui genio si esprime anche nella Chiesa di San Giorgio Maggiore.
La storia della Chiesa di San Ferdinando è una trama complessa di progetti, interruzioni e modifiche. Inizialmente voluta dai gesuiti, la sua costruzione fu finanziata da Caterina de La Cerda y Sandoval, vedova del viceré Pedro Fernández de Castro.
Dopo vari progetti e cambiamenti di architetti, la chiesa fu finalmente completata nel 1665. Durante il tempo, ha subito interruzioni, rifacimenti e trasformazioni, ma la sua struttura attuale è attribuita principalmente a Cosimo Fanzago.
La facciata della chiesa è un capolavoro architettonico firmato da Cosimo Fanzago. Il suo primo registro, in piperno e marmo, risale al XVII secolo, mentre il secondo registro, più modesto, fu completato tra il 1738 e il 1759. Durante il periodo di Risanamento di Napoli, la facciata fu adattata seguendo il progetto di Giovan Giacomo di Conforto, con l'aggiunta di un timpano classico.
L'interno della chiesa segue lo stile dell'architettura della Controriforma, con una pianta a croce latina, una navata unica, cappelle laterali, transetto e un'abside profonda. Le opere d'arte presenti sono un tributo alla spiritualità e all'estro artistico dell'epoca. Tra gli affreschi di De Matteis, il Trionfo della Religione sull'Eresia rappresenta un capolavoro, mentre la cupola ospita affreschi di Giovanni Diana. L'altare maggiore, realizzato da Domenico Antonio Vaccaro nel 1742-1743, è un monumento barocco di grande raffinatezza.
La storia della chiesa è intrecciata con gli eventi che hanno segnato Napoli nel corso dei secoli. Dal passaggio dai gesuiti ai Cavalieri Costantiniani nel 1767, fino alla sua appartenenza all'Arciconfraternita di Nostra Signora dei Sette Dolori dal 1827, la chiesa ha attraversato cambiamenti politici e sociali. Nel XIX secolo, fu testimone di una fase importante di trasformazione urbanistica durante il Risanamento di Napoli, che portò a modifiche significative della facciata.
Napoli, Campania, Italia, Chiesa di San Ferdinando
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